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Secondi a Nessuno

L’appartenenza a una cultura non del tutto definita italiana, a volte può significare negazione. Le conseguenze che proprio questa parola comporta una volta divenuta azione possono essere un colpo non facile da sopportare per chi ne subisce l’ostilità. Queste persone “poco italiane” – di varia provenienza, nati in un paese secondo o nel paese “Italia” ma con origine diversa – testano sulla propria pelle cosa significa sentirsi addosso il peso di quella parola. A riscontrare poi quella difficoltà certa che deriva dalla consapevolezza che i tuoi diritti sono i secondi per ordine di precedenza. La tua tanto strana quanto estranea personale e familiare discendenza è un fenomeno da sequenza numerica, dove il numero uno prevale sul numero due.

Tuttavia questo modus operandi poco democratico vede perdere terreno, e questo in merito alla connessione naturale che si instaura tra il “cittadino uno e il cittadino due”, dando forma a una società sempre più aperta. E’ un filo divisorio che va spezzandosi piano piano, grazie anche alle tante proposte progettuali da parte di varie associazioni. Molte di esse si uniscono in collaborazioni valendosi delle loro vaste esperienze in più campi. Né è un esempio anche il progetto “Secondi a Nessuno. Percorsi di attivazione e partecipazione dei nuovi cittadini toscani”, che ha visto la collaborazione di MoCa Future Designers , Cospe e IParticipate.

Un progetto pilota che ha avuto come obiettivo primario l’attivazione di un processo partecipativo capace di costruire un percorso formativo, di auto formazione e co– progettazione, sul piano della comunicazione e dell’advocacy, per le seconde generazioni – e tramite loro a tutti i giovani. – In quale modo? – Fornendo a loro strumenti e strategie utili a creare delle progettualità condivise con lo scopo di far esprimere non solo le loro esigenze e bisogni, attraverso delle proposte concrete e mirate, ma anche avvicinandosi alle istituzioni del territorio.

– “ L’obiettivo principale delle nostre attività era quello di creare un ponte tra le istituzioni del territorio e i giovani delle scuole coinvolti, oltre che fondare le basi per una progettualità comune. Attraverso una serie di attività promosse anche con l’aiuto diretto delle scuole abbiamo avuto modo di poter estrarre, dalle problematiche ed esigenze espresse, dei validi punti di riflessione, utili allo sviluppo di proposte concrete e durature nel tempo. Sí, perché l’intento è quello innescare nei giovani una coscienza partecipativa, offrendo supporto e strumenti utili allo sviluppo di future progettualità. Quindi giovani protagonisti del loro futuro e di un dialogo costruttivo con le istituzioni e associazioni del territorio. A fine progetto la realizzazione di una tavola rotonda conclusiva, dove i rappresentanti delle istituzioni intervenuti hanno condiviso le loro riflessioni a partire dalle proposte emerse dai tavoli di discussione dando la loro disponibilità a recepirle proseguendo il dialogo, mettendo le radici per una forte sinergia tra le nuove generazioni e le istituzioni” – spiega Sonila Tafili dell’associazione IParticipate . Per fare in modo che “Secondi a Nessuno” non rappresenti un inizio e non una fine, ma il proseguimento di azioni comuni, smorzando quelle negazioni di cui spesso ci si è erronaemente abituati.